giovedì 1 dicembre 2016

STEP. 20 I colori della moda

Delicato incontro sulla palette cromatica tra il rosa e l’arancione, il color albicocca è la nuance sofisticata, per niente banale e, non sempre facile da abbinare, nonché tonalità di tendenza Primavera Estate 2016. 


Completo in pijama jacquard PINKO
Abito in crochet con profonda scollatura a V,
coulisse in vita e spacchi sui lati, Melissa Odabash
Ha colori del tramonto il total look di Emporio Armani,
nella nuance dell’albicocca:
il blazer in cady e il cappello di paglia a stesa larga
 con nastro in grosgrain arancione

Camicia in 100% seta con doppie tasche sul davanti, Equipment
Pantaloni palazzo in sablé di pura seta,
dalla gamba larga, Max Mara

Negli archivi della moda del Novecento un capo realizzato in seta taffetà in cui ritroviamo il colore albicocca insieme ad altri, appartiene alla collezione di Alta Moda di Roberto Capucci







Di seguito la scheda prodotto:


L'abito è del 1985. Nel periodo tra il 1981-1990 incomincia una nuova era della storia del successo internazionale, conquistato dalle grandi firme italiane della moda. La moda diventa sempre più internazionale: non più solo dalla Francia e dall’Europa, ma anche dagli Stati Uniti e dal Giappone provengono nuovi stili e nuove mode.

In Italia
La parola d’ordine è apparire. È il trionfo dell’immagine usata come mezzo di comunicazione, come “filosofia” di comportamento espressa dal total look, stile studiato dalla testa ai piedi in cui tutto è coerente dal più piccolo accessorio al capospalla. 
Il successo internazionale del “sistema moda” italiano in quegli anni si è consolidato grazie all’apporto di creatività e di idee imprenditoriali e manageriali di stilisti ormai affermati e di nuovi talenti. Fra le giovani promesse della moda italiana vi erano il sarto Domenico Dolce e il grafico Stefano Gabbana, che nel 1986 presentarono a Milano la loro prima collezione, e Franco Moschino (1950-1994) che debuttò con i marchi Moschino CoutureMoschino Jeans, e Cheap&Chic.
Il successo internazionale della moda italiana degli anni Ottanta si identifica con Giorgio Armani e con la giacca destrutturata su cui facevano indifferentemente perno le collezioni maschili e femminili. Realizzato per l’uomo con colori e tagli inediti, il blazer diventò componente essenziale del guardaroba femminile in un’epoca in cui le donne accedevano sempre più numerose al mondo del lavoro. 
Nel 1982, il magazine americano «Time» dedicò ad Armani e alla sua giacca destrutturata la copertina. A quella data, la moda Armani era già ben nota negli Stati Uniti. La linea Giorgio Armani Le Collezioni per uomo e per donna era commercializzata attraverso i più lussuosi department store. Il marchio e il logo Emporio Armani erano segno distintivo al tempo stesso di una collezione e di un canale distributivo monomarca.

Nel mondo
Negli anni Ottanta la moda è diventata definitivamente internazionale. Oltre all’Italia, in Europa anche Germania e Inghilterra incominciarono a fare concorrenza alla Francia. 
Dagli Stati Uniti arrivò la moda classica sportiva. La moda americana raggiunse il successo mondiale in quegli anni con le sue tre firme più prestigiose: Donna Karan, Calvin Klein e Ralph Lauren. Dal Giappone invece arrivò la moda d’avanguardia. Con Kenzo, diventato ormai una presenza stabile sulle passerelle parigine, gli stilisti giapponesi si contraddistinsero per l’uso di materiali insoliti nella confezione di abiti che vestivano il corpo ignorandone il sesso, una novità con cui la concezione occidentale del corpo, dell’abito e della sessualità continua ancora oggi a misurarsi.

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